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Chimica e Trattamenti
Meglio cloro o sale e perché?
- MarcoR
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Una delle domande che leggo spesso in giro o che mi vengono fatte direttamente è proprio "Meglio cloro o sale e perché?".
In realtà in tutti i casi il principio attivo che viene utilizzato è lo stesso: il cloro!
Nell'elettrolisi del sale viene comunque prodotto il cloro attraverso un procedimento che "scinde" la molecola del sale (NaCl) producendo il cloro gas che a contatto con l'acqua si trasforma in ipoclorito.
Quindi il risultato è sostanzialmente lo stesso.
Quindi per quale ragione viene spesso consigliato (un pò superficialmente) il sale come rimedio ad ogni male?
Perchè apparentemente si ritiene di produrre un cloro "più sano" alcuni si spingono addirittura a chiamarlo "cloro naturale"... Il cloro è cloro, non ne esiste uno più sano di un altro!
Il fatto di limitarsi ad aggiungere sale una o due volte l'anno rende più semplice il processo di produzione, non ci si deve preoccupare di altro se non di regolare il valore del pH.
Per cui sarebbe meglio il sale?
Non sempre e ora vediamo perchè:
1) Il sale che viene aggiunto in acqua va da un minimo del 2 fino al 5%, cioè dai 2 ai 5 kg per ogni metro cubo di acqua della piscina. In tutti i casi, il sale accelera enormemente il processo di corrosione di qualunque struttura metallica, anche se non in diretto contatto con l'acqua. Per cui è da sconsigliare vivamente nelle piscine prefabbricate con pannelli metallici e nelle fuoriterra con struttura metalliche. In molti casi i produttori di strutture lo specificano nelle schede tecniche limitando la garanzia. Anche l'acciao inox eventualmente presente (scalette, accessori idraulici, fari, ecc.) dovranno essere classificati almeno AISI 316 (e spesso non basta nemmeno questo).
2) L'apparente minor costo di prodotto chimico da mettere in piscina, in realtà viene in parte ridimensionato dalla necessità di sostituire le celle elettrolitiche, le quali hanno un costo molto elevato.
3) In molte apparecchiature e installazioni "economiche" non vengono rispettate le condizioni ottimali di installazione, come ad esempio la necessità di posizionare degli "anodi sacrificali", cioè dispositivi che concentrano su di loro le correnti galvaniche che si producono a causa dello "sfregamento" delle molecole.
4) Nella maggioranza degli apparecchi di elettrolisi di tipo economico non è prevista una regolazione automatica della produzione. Significa che una volta impostata una certa produzione di cloro, la macchina produrrà sempre la stessa quantità, indipendentemente dalla reale richiesta in vasca. Ecco che, se non si provvede ad una costante regolazione manuale, capiterà che il cloro presente possa essere troppo o troppo poco. Questo aspetto può diventare critico in piscine che hanno variazioni elevate di frequentazione, oppure che possono avere momenti nei quali il numero di bagnanti diventa elevato.
5) In acqua con salinità elevata il pH tende ad aumentare costantemente, per questo motivo è da sconsigliare vivamente un impianto di elettrolisi senza un controllo e regolazione automatica del pH.
Allora l'elettrolisi è da sconsigliare?
No, in alcuni casi è una buona soluzione, tuttavia occorre tenere sempre presente i limiti che ho illustrato in precedenza.
Non esiste nessuna "soluzione magica" che risolva ogni problema, anche se spesso è quello che cerchiamo.
Un buon professionista vi può consigliare quale possa essere la miglior soluzione in una specifica situazione, senza generalizzazioni e sottovalutazioni.
Piccolo o grande, costoso o economico, un sistema di dosaggio e controllo automatico del livello di cloro deve essere anzitutto pensato per la salvaguardia della salute, non solo per evitare che la piscina diventi "verde"!
L'acqua verde è la conseguenza di una situazione pericolosa in termini di sicurezza sanitaria, non serve curare un sintomo, occorre curare la causa.
Troppo spesso si sottovaluta il fatto che l'acqua deve anzitutto essere "sana" in particolare quando destiniamo l'uso a persone più fragili come i bambini e le persone anziane, l'aspetto estetico è importante ma non è primario.
Se vuoi approfondire questi temi, visita la sezione " Documenti " e in particolare questo articolo .
In realtà in tutti i casi il principio attivo che viene utilizzato è lo stesso: il cloro!
Nell'elettrolisi del sale viene comunque prodotto il cloro attraverso un procedimento che "scinde" la molecola del sale (NaCl) producendo il cloro gas che a contatto con l'acqua si trasforma in ipoclorito.
Quindi il risultato è sostanzialmente lo stesso.
Quindi per quale ragione viene spesso consigliato (un pò superficialmente) il sale come rimedio ad ogni male?
Perchè apparentemente si ritiene di produrre un cloro "più sano" alcuni si spingono addirittura a chiamarlo "cloro naturale"... Il cloro è cloro, non ne esiste uno più sano di un altro!
Il fatto di limitarsi ad aggiungere sale una o due volte l'anno rende più semplice il processo di produzione, non ci si deve preoccupare di altro se non di regolare il valore del pH.
Per cui sarebbe meglio il sale?
Non sempre e ora vediamo perchè:
1) Il sale che viene aggiunto in acqua va da un minimo del 2 fino al 5%, cioè dai 2 ai 5 kg per ogni metro cubo di acqua della piscina. In tutti i casi, il sale accelera enormemente il processo di corrosione di qualunque struttura metallica, anche se non in diretto contatto con l'acqua. Per cui è da sconsigliare vivamente nelle piscine prefabbricate con pannelli metallici e nelle fuoriterra con struttura metalliche. In molti casi i produttori di strutture lo specificano nelle schede tecniche limitando la garanzia. Anche l'acciao inox eventualmente presente (scalette, accessori idraulici, fari, ecc.) dovranno essere classificati almeno AISI 316 (e spesso non basta nemmeno questo).
2) L'apparente minor costo di prodotto chimico da mettere in piscina, in realtà viene in parte ridimensionato dalla necessità di sostituire le celle elettrolitiche, le quali hanno un costo molto elevato.
3) In molte apparecchiature e installazioni "economiche" non vengono rispettate le condizioni ottimali di installazione, come ad esempio la necessità di posizionare degli "anodi sacrificali", cioè dispositivi che concentrano su di loro le correnti galvaniche che si producono a causa dello "sfregamento" delle molecole.
4) Nella maggioranza degli apparecchi di elettrolisi di tipo economico non è prevista una regolazione automatica della produzione. Significa che una volta impostata una certa produzione di cloro, la macchina produrrà sempre la stessa quantità, indipendentemente dalla reale richiesta in vasca. Ecco che, se non si provvede ad una costante regolazione manuale, capiterà che il cloro presente possa essere troppo o troppo poco. Questo aspetto può diventare critico in piscine che hanno variazioni elevate di frequentazione, oppure che possono avere momenti nei quali il numero di bagnanti diventa elevato.
5) In acqua con salinità elevata il pH tende ad aumentare costantemente, per questo motivo è da sconsigliare vivamente un impianto di elettrolisi senza un controllo e regolazione automatica del pH.
Allora l'elettrolisi è da sconsigliare?
No, in alcuni casi è una buona soluzione, tuttavia occorre tenere sempre presente i limiti che ho illustrato in precedenza.
Non esiste nessuna "soluzione magica" che risolva ogni problema, anche se spesso è quello che cerchiamo.
Un buon professionista vi può consigliare quale possa essere la miglior soluzione in una specifica situazione, senza generalizzazioni e sottovalutazioni.
Piccolo o grande, costoso o economico, un sistema di dosaggio e controllo automatico del livello di cloro deve essere anzitutto pensato per la salvaguardia della salute, non solo per evitare che la piscina diventi "verde"!
L'acqua verde è la conseguenza di una situazione pericolosa in termini di sicurezza sanitaria, non serve curare un sintomo, occorre curare la causa.
Troppo spesso si sottovaluta il fatto che l'acqua deve anzitutto essere "sana" in particolare quando destiniamo l'uso a persone più fragili come i bambini e le persone anziane, l'aspetto estetico è importante ma non è primario.
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da MarcoR
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