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Autorizzazioni per la costruzione di una piscina

Quali permessi o autorizzazioni sono necessari per costruire una piscina?

Sono sempre necessarie le autorizzazioni per la costruzione di una piscina? Quando non servono?
La prima cosa di cui dobbiamo tener conto è che la normativa edilizia nazionale stabilisce e numerose sentenze di cassazione affermano che qualunque manufatto od opera modifichi stabilmente la conformità del terreno ha necessità di una autorizzazione.
Vuol dire che tutto ciò che non è facilmente rimovibile e ripristinabile deve considerarsi “opera stabile”.

Un gazebo prefabbricato montato in un giardino è sicuramente rimovibile, ma se lo stesso gazebo avesse bisogno per il suo montaggio di plinti in cemento, muretti di contenimento ed altro, non potrà essere più considerato un manufatto rimovibile.

Quindi, in teoria una classica piscina fuoriterra è senza dubbio una opera rimovibile, ma se per il suo montaggio devo realizzare una platea in cemento armato, oppure desidero interrarla parzialmente o totalmente, oppure ancora realizzo rivestimenti esterni fissi, sarà difficile dimostrare la sua facile rimozione.

In pratica, non è solamente l’oggetto in se che determina la caratteristica di rimovibilità, ma anche l’insieme delle opere necessarie (o che desidero realizzare) per utilizzare l’oggetto.

Permesso a costruire? SCIA? DIA?

Se si vuole realizzare una piscina stabile nel tempo, cioè che non si debba smontare ad ogni fine stagione, è sempre necessaria una autorizzazione.

Il tipo di autorizzazione da richiedere dipende sempre dal regolamento edilizio del comune dove si dovrà costruire la piscina.
Non esiste una norma unica nazionale, questa materia è compito di ciascuna municipalità, per cui la prima cosa che si dovrà fare è recarsi agli sportelli preposti e chiedere semplicemente quale sia l’iter burocratico da seguire.
Probabilmente le pratiche da espletare le dovrà seguire un tecnico di fiducia, non tutto è possibile per il comune cittadino.

Anche quando si trattasse di una piscina rimovibile, occorre comunque fare molta attenzione, perché alcuni comuni non consentono la loro libera realizzazione, ed altri richiedono che venga inviata comunicazione all’ufficio tecnico, per eventuali controlli successivi.

In ultimo, alcune zone (moltissime in Italia) sono soggette a vincoli paesaggistici, ambientali, idrogeologici e altre limitazioni ancora che  richiedono di inoltrare pratiche a regioni o enti specifici (demaniali, militari, ecc.)
Insomma, come in tante altre materie, anche nel mondo della piscina ci sono vincoli e complicazioni burocratiche, spesso poco chiare, che allungano notevolmente i tempi di concessione o autorizzazione.

Serve tanta pazienza, un buon tecnico abilitato, e tempo.

Se volete fare il bagno a giugno, non pensateci a maggio, ma a gennaio… dell’anno prima.

Quindi la realizzazione di una piscina farà aumentare la classe catastale del mio immobile?

No, non necessariamente.

Affinché la realizzazione della piscina comporti un aumento della classe catastale dell’immobile, dovrà avere una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati.
Il che significa che dovrà avere una dimensione superiore a 10×8 ml o 12×7…

Ma anche in questo caso (cioè che la piscina abbia una superficie superiore a 80 mq) occorrono altri parametri nelle caratteristiche dell’edificio che lo classifichino in “abitazione di lusso”.
Ad esempio la presenza di un campo da tennis, oppure di ascensori interni, la superficie complessiva della casa ecc.
Le normative in vigore e le sentenze anche recenti, stabiliscono che è la somma dei parametri a definire la classe catastale e non un solo elemento.

E se costruisco la piscina senza richiedere nessuna autorizzazione?

“Nella mia zona non fanno nessun controllo…
Se aspetto che mi diano l’autorizzazione non farò mai la piscina…
Ma tanto è interrata, chi la vede?…
Mio cuggino dice che non serve…
Costa più richiedere il permesso che fare la piscina…”

Sono solo alcune delle frasi che spesso ci sentiamo dire ormai da anni nelle nostre giornate di lavoro.
In parte sono vere, ci vuole molto tempo e spesso le pratiche (del tecnico, del geologo, lo strutturista, ecc.) sono costose e lunghe.

Ma le conseguenze, una volta scoperti, sono molto peggio perché sfociano in una immediata denuncia penale e molto spesso in una demolizione forzata.

Tutti ci auguriamo che prima  poi la burocrazia italiana diventi più sopportabile, logica e veloce. Ma, nel frattempo, non sottovalutiamo le conseguenze delle nostre azioni.

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MARCO ROSSETTO

Ho realizzato nel 2009 il forum LaTuaPiscina.it, e dal 1986 opero nel settore delle piscine e del trattamento acqua, e più in generale di attrezzature e servizi per l'outdoor.
Ho fondato nel 2000 la mia Azienda AcquaPro srl che si occupa di costruzione, manutenzione piscine e vendita di servizi e accessori.
Sono stato membro delle commissione Regione Liguria per la redazione delle normative regionali.